Per la terza volta vidi il pezzo teatrale dei GUERRILHAS, a Lisbona: ALTA VIGILANZA. E ogni volta il pezzo trasmetteva sempre piú brividi, per via dell'altissima qualitá e bravura nella performance da parte degli attori. Nonostante come sceneggiatura si esibirono su un palco ridottissimo come misura (o forse proprio graze a questo), tramite la loro bravura furono abilissimi di nel dare l'illusione di poter vedere davanti agli occhi la cella di una prigione, dando così spazio alla fantasia del publico. Gli effetti sonori e le luci completareono il tutto perfettamente!
Tre prigionieri, ogn'uno con un passato e motivo diverso della propria carcerazione. Uno di loro rappresenta il capo di quella triste cella, col privilegio di comoditá e autoritá. L'irarchia del gruppo costretto a convivere contro la propria volontá. Ma alla fine tutti e tré nella stessa triste situazione. Durante la storia sii sbranano tra di loro, ma sempre solidari tra di loro, contro i guardiani e il sistema che li tiene sotto quest'ALTA VIGILANZA! Violenti, ma nello stesso tempo di buon cuore l'uno per l'altro, anche se sotto costante tensione e rabbia interna.
La prima e seconda volta che vidi il pezzo, l'esibizione era composta da soli tre personaggi. La terza volta furono più di tre, esibendosi tra palco e publico. Il che rese il tutto come una sorta di Teatro in 3D, ma molto piú reale, trovandosi il publico nel mezzo della sceneggiatura e avendo cosi l'impressione di fungere come osservatore coinvolto proprio in mezzo a loro e la storia stessa. Tra rumori, risse fisici e psicologici tra i prigionieri, confessioni dei loro drammi personali, dei loro sogni e speranze che si tramutarono in orrore nella loro vita, si notava come il publico era come ipnotizzato da quel che succedeva sul palco e intorno a loro. I ragazzi sono, come amano autodefinirsi, attori diversi, forse non ancora del tutto professionisti. Ma sinceramente la loro bravura che vidi io e il resto del publico, superò molto il cosidetto professionismo interpretatorio dei cosidetti attori professionisti.
Il gruppo non ha leader. Composto da attori, artisti vari, e menti creativi, si chiama GUERRILHA, e li conobbì tramite due miei cari amici. I GUERRILHA hanno una filosofia di lavorare, agire, vivere, e interpretare, diversa dallo standard che di solito si conosce dal mondo di TV, Cinema e teatro. Non rispettano regole di massmedia, ma creano delle nuove direttive, che fanno bene all'Arte, e che distrugge il mondo Trash proposto dei massmedia che conosciamo solitamente. Un concetto unico che porta con se Realismo più identificatorio al cittadino comune o a chi segue la loro Arte. Innovativa e pura alla fine!!
Il pezzo teatrale di grande intensitá chiamato giustamente ALTA VIGILANZA, con origine brasiliana, adattato maestrosamente dai GUERRILHA nel loro paese.
Il messaggio di ALTA VIGINLANZA é chiaro: Sono loro i prigionieri? Loro nella loro cella composta da pochi metri quadri? o siamo noi i prigionieri? I cosidetti Liberi, ma sempre dovendo seguire la vita come il sistema ci costringe con le sue norme e regole di vivere la nostra quotidianità senza possibilitá di tante alternative?
Qui io ti amo. Tra pini scuri si srotola il vento. Brilla fosforescente la luna su acque erranti. Passano giorni uguali, inseguendosi l’un l’altro.
Si dirada la nebbia in figure danzanti. Un gabbiano d’argento si stacca dal tramonto. A volte una vela. Alte, alte stelle.
O la croce nera di una nave. Solo. A volte mi alzo all’alba e persino la mia anima è umida. Suona, risuona il mare lontano. Questo è un porto. Qui io ti amo.
Qui io ti amo e invano l’orizzonte ti occulta. Ti sto amando anche in mezzo a queste cose fredde. A volte vanno i miei baci su quelle navi gravi, che corrono sul mare dove non arriveranno. Mi vedo già dimenticato come queste vecchie àncore. Sono più tristi le banchine quando ormeggia la sera.
Si stanca la mia vita inutilmente affamata. Amo quel che non ho. Tu sei così distante. La mia noia lotta con lenti crepuscoli.
Ma poi giunge la notte e inizia a cantarmi. La luna proietta la sua pellicola di sogno.
Mi guardano con i tuoi occhi le stelle più grandi. E poiché io ti amo, i pini nel vento vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie metalliche.
You're as cold as ice you're willing to sacrifice our love you never take advice someday you'll pay the price I know
I've seen it before it happens all the time closing the door you leave the world behind you're digging for gold you're throwing away a fortunate feeling but someday you'll pay
You're as cold as ice you're willing to sacrifice our love you want paradise someday you'll pay the price I know
I've seen it before it happens all the time closing the door you leave the world behind you're digging for gold you're throwing away a fortunate feeling but someday you'll pay
You know but you are (cold as ice) as cold as ice to me (cold as ice)
You're as cold as ice cold as ice I know (cold as cold as ice) yes I know
You're as cold as ice cold as ice I know (cold as cold as ice) oh yes I now
You're as cold as ice cold as ice I know oh yes I know
Andare in metro o treno, cambiando da una fermata o stazione ad un'altra, si vedono artisti e altro con le loro performance, che andando in auto non si vedrebbero. A volte mi diverto riprenderli per qualche minuto con una camera, o con il cellulare, just for fun. Specie quando si tratta di una performance che fá parte di una delle mie passioni come musica, arte, o sport. In questo caso la PROXIMA PARAGEM (la prossima fermata), offriva una dimostrazione di Capoeira, degna di essere immortalata su video :)
Il mio cane è morto. L'ho sotterrato in giardino, vicino a una vecchia macchina arrugginita.
Lì, non più sotto ne più sopra si unirà con me un giorno. Ora egli ormai se n'è andato col suo pelame, la sua cattiva educazione, il naso freddo. E io, materialista che non crede nel celeste cielo promesso per nessun essere umano, per questo e per ogni cane credo nel cielo, si, credo in un cielo dove non entrerò, ma lui m'attende ondeggiando la coda di un ventaglio perchè io giungendo abbia amici.
Ahi, non dirò la tristezza sulla terra di non averlo più come compagno che mai per me è stato un servitore. Ebbe per me l'amicizia di un riccio che conservava la sua sovranità, l'amicizia di una stella indipendente senz'altra intimità che quella necessaria, senza esagerazioni, non s'arrampicava sui miei vestiti empiendoli di peli o di rogna, non si strusciava contro il mio ginocchio come altri cani ossessi sessuali. No, il mio cane mi guardava prestandomi l'attenzione di cui ho bisogno l'attenzione necessaria per far comprendere a un vanitoso che essendo cane lui con quegli occhi, più puri dei miei, pareva il tempo, ma mi guardava con lo sguardo che mi riservò per tutta la sua dolce, la sua pelosa vita, la sua silenziosa vita, vicino a me senza seccarmi mai, e senza chiedermi nulla.
Ahi quante volte ho voluto avere coda camminando vicino a lui lungo le rive del mare, nell'Inverno di Isla Negra, nella gran solitudine: in alto l'aria trafitta d'uccelli glaciali e il mio cane che saltava, irsuto, pieno di voltaggio marino in movimento: il mio cane vagabondo e olfattivo inalberando la sua coda dorata faccia a faccia all'Oceano e alla sua schiuma. Allegro allegro allegro come i cani sanno essere felici, senza nient'altro, con l'assolutismo della natura sfacciata.
Non v'è addio per il mio cane ch'è morto. E non v'è ne vi fu menzogna fra di noi.
Se n'è andato ormai e l'ho sepolto, questo era tutto.